Lo scorso 27 Gennaio si sono celebrati i 75 anni dalla liberazione da parte dell’esercito sovietico del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau (Polonia), dove più di un milione di persone furono brutalmente uccise dai nazisti.

Tra le molte vittime di questa barbarie vi erano anche alcuni santi e beati che decisero di offrire la loro vita per difendere la fede, andando spesso incontro al martirio. 

Ecco la storia di 5 santi e beati che ci insegnano ancora oggi ad essere luce in mezzo a tanta oscurità:

San Massimiliano Kolbe

Polacco, entra nell’ordine dei francescani svolgendo un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz dove è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Qui offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria” il 14 agosto dopo due settimane di torture. Con il suo martirio, ha detto Giovanni Paolo II, egli ha riportato «la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo».

2) Santa Edith Stein

Santa Teresa Benedetta della Croce fu secondo Giovanni Paolo II «una personalità che portò nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo». Tedesca di famiglia ebrea, a 14 anni abbandona l’ebraismo e diviene atea. Studia filosofia con Husserl. Nel 1921 si converte al cattolicesimo e nel ’ 33 entra al Carmelo di Colonia. Il 2 agosto 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata nel campo di sterminio dove muore nella camera a gas. Wojtyla nel 1999 l’ha proclamata compatrona d’Europa.

3) Beato Giuseppe Kowalski

Fu un sacerdote polacco salesiano. Il 23 maggio 1941 venne catturato a Cracovia assieme ad altri 11 salesiani dalla Gestapo. Il 26 giugno dello stesso anno venne trasferito ad Auschwitz dove continuò la sua attività di apostolato, confessando, celebrando messa, recitando il rosario e rincuorando i suoi compagni di cella. Subì sofferenze, vessazioni e umiliazioni. Scoperto con il rosario, nel 1942, per il suo rifiuto di calpestare per l’appunto il rosario, fu sottoposto a lavori massacranti. Fu poi torturato e annegato dalle guardie. Così il martirio, che avvenne ad Auschwitz il 4 luglio 1942. Il suo corpo prima fu gettato nel contenitore degli escrementi, poi fu bruciato nel crematorio del campo.
Serva di Dio

4) Stanislawa Leszczynska

Stanisława Leszczyńska è nata nel 1896 nella città polacca di Lodz. Quando aveva 12 anni, i suoi genitori decisero di trasferirsi a Rio de Janeiro. Lì la bambina ha imparato il portoghese e il tedesco, che molti anni più tardi le salvarono la vita.

Nel 1916 si sposò con un tipografo di Lodz e iniziò a lavorare come ostetrica. Ebbe quattro figli. 

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale si batterono per aiutare gli ebrei, venendo quindi arrestati dalla Gestapo. Due loro figli furono trasferiti a Mauthausen-Gusen, mentre Stanisława e sua figlia furono mandati ad Auschwitz-Birkenau. Suo marito morì nella rivolta di Varsavia.

Trasferita ad Auschwitz, chiese allo stesso Dottor Mengele di poter assistere le donne partorienti all’interno del campo di concentramento. 

Stanisława ricevette l’ordine di trattare i neonati come se fossero morti. Era di bassa statura, ma seppe opporsi al medico. Gli rispose: “No! Nessuno può uccidere i bambini!” E… assistette a circa tremila nascite. Neanche un bambino nacque morto. Né morì alcuna partoriente. Purtroppo di questi ne sopravvissero soltanto 30. La maggior parte morirono di stenti o di freddo e l’altra metà venne affogata. Ma Stanislawa li battezzava tutti appena nascevano. Per questo venne ricordata come l’ ”Angelo della Bontà di Auschwitz”

Stanisława Leszczyńska è morta l’11 marzo 1974 per un cancro intestinale. Nel 1992 è iniziato il suo processo di beatificazione.

5) Angela Maria Autsch

Suor Angela Maria del Cuore di Gesù (Röllecken, 26 marzo 1900 – Auschwitz, 23 dicembre 1944), è stata una religiosa tedesca delle religiose trinitarie scalze: morta nel Campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale. Il 21 maggio 2018 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sulle sue virtù eroiche, per cui è diventata venerabile.

Nel marzo del 1938 avvenne l’Anschluss, ovvero l’annessione dell’Austria al Terzo Reich. In poco tempo molti dei conventi austriaci vennero requisiti dai nazisti, tra cui quello di Suor Angela, che mise in piedi una ferrea opposizione che ebbe molto successo. 

Alcune sue osservazioni pubbliche fecero pensare alla Gestapo che ascoltasse notizie trasmesse dalle radio nemiche (il cui ascolto era stato proibito). Per queste ragioni fu incarcerata, nell’agosto del 1940, nel campo di concentramento di Ravensbrück con l’accusa di «insulti contro il Führer e di corruzione delle forze militari».

Ad Auschwitz le fu affidato un lavoro nell’infermeria del campo, a cui avevano accesso solo i nazisti, dove doveva occuparsi della lavanderia e della distribuzione del cibo.

Tutto questo si rivelò essere una benedizione per gli altri prigionieri, poiché il tal modo suor Angela fu un grado di dare loro cibo, acqua calda e sapone, come le fu possibile nascondere nella lavanderia prigionieri malati così che potessero riprendersi almeno un po’. Il soprannome di «angelo di Auschwitz» se l’è guadagnato mettendo in gioco la sua vita per gli altri.

Suor Angela morì di infarto il 23 dicembre 1944 mentre il campo di concentramento veniva bombardato dagli americani.

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