L’ultimo film di Malick ritrae il beato Jägerstätter, uomo libero ucciso per non aver giurato fedeltà a Hitler.

In occasione del 60° anniversario della Filmoteca Vaticana, è stato proiettato il film A Hidden Life, l’ultimo capolavoro del regista americano Terrence Malick. Tutto il film si concentra sulla storia di un eroe cattolico sconosciuto ai più: parliamo del beato Franz Jägerstätter.

Franz, un semplice contadino, viveva con la sua amata moglie Fani e le sue tre figlie a Radegund, un piccolo villaggio di montagna nell’Alta Austria. La sua serena vita fu improvvisamente stravolta dal sopraggiungere della Seconda Guerra Mondiale, quando fu chiamato a prestare giuramento al Führer Adolf HItler e combattere tra le schiere dei nazisti. 

Sin da subito, la sua fede in Dio lo portò a rifiutare qualsiasi forma di nazional-socialismo e dichiarò che in quanto cristiano non poteva servire l’ideologia hitleriana e combattere una guerra ingiusta. Pertanto, Franz optò per una resistenza passiva, per la quale pagò un prezzo elevatissimo: prima fu arrestato, poi processato e infine condannato a morte per decapitazione, nell’agosto del 1943.

Franz incarna l’antieroe dell’immaginario collettivo, ma nella sua semplicità e coerenza rappresenta la forza dirompente di coloro che non si piegano davanti agli uomini, di quelli che non si vendono alla corruzione dell’anima, ma che trovano la loro massima espressione nella fede in Dio e nell’amore per le loro famiglie e per gli altri. 

La vita di Franz spicca per la sua coerenza al Vangelo. Per lui la coerenza diventa un fattore decisivo, non per preconcetti ideologici o per un astratto pacifismo, ma perché si lascia condurre dalla concreta e vissuta adesione ai valori, ai significati, alle esigenze di ciò in cui crede.

Senza eccedere a posizioni eterodosse, Franz si pone in fermo ascolto di ciò che “gli sembra giusto”. Lo fa con enorme sofferenza, perché deve andare contro ciò che ha di più caro, la famiglia (la moglie e le tre figlie in tenera età) contro i pastori della Chiesa (ma non tutti), contro i suoi concittadini, di cui “sente” la disapprovazione, lui a cui era stato chiesto di diventare sindaco.

Il suo ascolto non è improvvisato, Franz studia la Bibbia, legge i documenti della Chiesa, si confronta con persone di cui ha fiducia, prega molto, medita, digiuna. Si sottopone ad un percorso di formazione della coscienza, pur nelle condizioni proibitive di quegli anni. Anche se questa presa di coscienza lo porterà alla morte certa. Ma allora…

Come fa un uomo dalla vita così ordinaria mettere in pratica un atto di resistenza tanto eccezionale? 

Lo facciamo riportando una delle sue ultime lettere scritte dal carcere:

“Proprio come l’uomo che pensa solamente a questo mondo fa tutto il possibile per rendere la sua vita qui più facile e migliore, così dobbiamo anche noi, che crediamo nel regno eterno, rischiare tutto al fine di ricevere là una grande ricompensa … Il segno più certo di chi segue Gesù si trova nelle azioni che dimostrano amore per il prossimo. Fare al proprio prossimo ciò che si desidera per se stessi è più che non fare agli altri quello che non si vuole sia fatto a sé … Felici quelli che vivono e muoiono nell’amore di Dio.”

Franz Jägerstätter

Attraverso l’arcivescovo Thomas Roberts, la vicenda di Franz Jägerstätter arrivò fino al concilio Vaticano II e aiutò i vescovi ad appoggiare la non-violenza e l’obiezione di coscienza. Negli anni sessanta del Novecento, quando la sua storia divenne ampiamente conosciuta grazie al libro di Gordon Zahn, In Solitary Witness, incoraggiò molti cristiani americani in età di leva a rifiutare il servizio militare nella guerra in Vietnam.

L’uscita del film nelle sale

L’ambientazione storica sembra quasi un avvertimento a non ripetere gli orrori del passato. Il film è un invito a prendere una posizione: seguire l’esempio di Franz e combattere il male, testimoniando la propria fede.

Il film, presentato al Festival di Cannes, uscirà nei cinema nel 2020.

Franz Jägerstätter è stato dichiarato “beato” il 26 ottobre 2007, nella Cattedrale di Linz.

Il trailer del film

Condividi questo articolo