Un evento del tutto unico
La domenica delle Palme, a Monte Sant’Angelo, città italiana del Gargano, ha invocato, per sconfiggere il coronavirus, la protezione di San Michele portando in processione la spada dell’Arcangelo, insieme al Santissimo Sacramento e ad una reliquia della Santa Croce, dono portato da un crociato nel 1228.
Di solito la spada dell’Arcangelo viene estratta dal suo reliquiario una volta all’anno, nel giorno della sua festa, il 29 settembre, ma la pandemia di quest’anno ha richiesto da subito preghiere urgenti.
L’evento è stato raccontato da “Il Timone”, quotidiano cattolico italiano, che lo ha definito “di grande impatto”, sia “in termini di fede che di storia”.
Pierpaolo d’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo, l’arcivescovo Viganò e il rettore del Santuario, p. Ladislao Sucky, hanno invocato in modo unanime l’aiuto e l’intercessione di San Michele.
“In questo luogo in passato, nei vari momenti di prova, di calamità naturali, persino di peste, i nostri padri hanno sempre trovato il suo aiuto – ha spiegato il rettore -. La sua intercessione portò una prodigiosa salvezza per la città durante la peste del 1656. Oggi invochiamo per sua intercessione il Signore per salvare, da questa pandemia, non solo Monte Sant’Angelo, ma tutta l’Italia, tutto il Gargano, tutto il mondo”.
La storia del Santuario
Il Santuario fu iniziato intorno al 490 anno della prima apparizione dell’Arcangelo Michele a San Lorenzo Maiorano. E’ costituito da una parte superiore dove si trova il portale romanico ed il campanile, ed una inferiore dove si trova la grotta e le cripte e in cui accede tramite la scalinata angioina. Il Santuario è meta di moltissimi pellegrinaggi e dal 2011 è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.