Gal Gadot, famosa attrice israeliana nota per aver interpretato i panni dell’eroina della DC Comics Wonder Woman, questa volta la vedremo nella veste di una vera eroina: l’infermiera cattolica Irena Sendler, che salvò migliaia di bambini ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gadot e suo marito hanno annunciato la creazione di una nuova società di produzione venerdì scorso chiamata “Pilot Wave” il cui primo film sarà incentrato sulla vita di Irena Sendler.

L’attrice ha dichiarato alla stampa: “Come produttori, vogliamo aiutare a portare storie che hanno ispirato la nostra vita. Pilot Wave creerà contenuti che promuovono le prospettive e le esperienze di persone uniche e produrranno storie di impatto progettate per stimolare l’immaginazione.”

La storia di Irena Sadler

«Un’attività fondata su comportamenti rivolti al bene di tutta l’umanità lega indissolubilmente ognuno di noi alle conseguenze che da essa derivano».  E’ il mantra di Irena Sendler, polacca e cattolica, nata a Varsavia nel 1910 da una famiglia socialista. Irena inizia la sua attività di opposizione alle persecuzioni antisemite già dall’università dalla quale, per questo motivo, viene espulsa per tre anni.

In qualità di assistente sociale nell’amministrazione comunale, dal ’39 al ’42 contribuisce alla fuga di numerose famiglie ebree residenti a Varsavia fornendo loro documenti falsi. Assegnata alla guida del Dipartimento per l’infanzia dello Zhegota, un contenitore clandestino di polacchi ma anche di ebrei appartenenti a schieramenti politici di destra e sinistra interno all’associazione clandestina, Irena mise in salvo 2500 bambini, sottraendoli al destino previsto per loro con la distruzione del ghetto di Varsavia, il più grande ghetto europeo nel quale furono uccise 450.000 persone.

“L’ Angelo Custode del Ghetto di Varsavia”

Per questo motivo venne soprannominata “l’Angelo Custode del Ghetto di Varsavia”.

Diversi furono i sistemi adottati per la fuga; i bambini venivano sedati e rinchiusi in un sacco per farli sembrare morti di tifo; nascosti tra stracci sporchi di sangue all’interno di ambulanze o, ancora, nascosti dentro casse di attrezzi trasportate nel furgone di un tecnico del comune che teneva sul sedile anteriore il suo cane addestrato ad abbaiare in presenza di soldati nazisti, così da coprire il pianto dei piccoli.

Una volta “liberati”, i bambini venivano affidati a famiglie residenti nelle campagne, mandati in conventi cattolici o ancora presso preti che li nascondevano nelle canoniche.

Nel 1943, fu arrestata dalla polizia nazista e brutalmente torturata. Nella sua cella, trovò un’immagine di Gesù Misericordioso, che portò con sé fino al 1979, quando la diede a Papa Giovanni Paolo II come suo dono.

Proposta come premio Nobel per la pace nel 2007, le venne preferito Al Gore.

E’ morta a 98 anni in un ospedale di Varsavia nel 2008.

 

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