In quanto cattolici, veneriamo i santi per mostrare la giusta riverenza e rispetto per le pie vite che hanno condotto. In genere, i candidati alla santità attraversano un rigido processo di canonizzazione nella Chiesa prima di essere formalmente riconosciuti. Tuttavia, per oltre 700 anni gli abitanti di Lione, in Francia, hanno pregato un santo venerato localmente. Pregavano per la sua intercessione affinché li difendesse dalla malattia e per proteggere i loro bambini dal pericolo, persino costruendo un santuario sulla sua tomba. Tutto questo sembra normale, ma non è per niente. Perché il “santo” in questione era un cane.
Secondo la leggenda, San Guinefort era un levriero di proprietà di un ricco cavaliere che viveva in un castello a Lione. Un giorno, il cavaliere si avventurò oltre le mura per andare a caccia, lasciando il suo bambino alle cure del suo fedele compagno. Al suo ritorno da una battuta di caccia scoprì una scena di caos assoluto. Il bambino non si trovava da nessuna parte, la culla si era ribaltata e Guinefort era coperto di sangue.
Il cavaliere pensò che Guinefort avesse ucciso suo figlio, così sguainò la spada, e abbattè rapidamente l’animale. All’improvviso, un grido. Era suo figlio. Il cavaliere rovesciando la culla, trovò il bambino completamente illeso accanto ai resti sanguinanti di un serpente velenoso. Il cavaliere si rese conto che Guinefort aveva salvato la vita di suo figlio e lo aveva ucciso con false pretese, così decise di rendergli onore. Lo lasciò cadere in un pozzo, lo riempì di pietre e vi piantò degli alberi creando un santuario.
La storia del coraggio di Guinefort si diffuse rapidamente in tutta la città, e ben presto fu riconosciuto dalla gente del posto come un santo patrono dei bambini. Da lì in poi la cittadina sarebbe divenuta un via vai di pellegrini che portavano presso il santuario i figli malati per chiedere l’intercessione del santo cane.
Per cento anni, la gente del posto ha continuato a pregare per la sua intercessione e a far guarire i propri figli. La leggenda si diffuse fino alle orecchie di Stefano di Borbone, un inquisitore domenicano noto per essere uno storico delle eresie medievali. Venne a Lione e dichiarò eretica la venerazione di Guinefort, dicendo che coloro che pregavano per la sua intercessione stavano effettivamente invocando demoni. Ordinò di riesumare il corpo del cane, per poi bruciarlo e distruggere il santuario.
Nonostante le azioni dell’inquisitore Stefano, la leggenda del santo cane persistette fino al 1930. Ovviamente, San Guinefort non venne mai canonizzato dalla Chiesa Cattolica.