Nel 2015 il mondo cristiano subì un duro colpo da parte dello Stato Islamico (IS). Quell’anno, infatti, molti ricorderanno che furono decapitati 21 cristiani copti in Libia. Quelle immagini di quelle 21 persone inginocchiate sulla sabbia in riva al mare con indosso un giubbotto arancione non si dimenticano facilmente.
In quel frangente ricordiamo che i terroristi chiesero ai 21 di rinnegare la loro fede in Gesù per unirsi a quella islamica. Tuttavia, le parole che uscirono di bocca da quei martiri furono soltanto tre parole: “Signore Gesù Cristo”, e per questo motivo furono tutti decapitati.
Miracoli attribuiti ai 21 cristiani copti decapitati.
Quel martirio sulle spiaggia libica di Sirte sembra non essere stato invano. Infatti, secondo il Christian Post, quel martirio avvenuto nella terra dei faraoni sembra essere divenuta fonte di miracoli e meta di pellegrinaggi. Ricordiamo inoltre che quei 21 copti sono stati anche canonizzati dalla Chiesa Copta.
13 dei 21 martiri copti provenivano dalla città egiziana di Al-Aour, che è ora divenuta meta di pellegrinaggi e dove tutti “parlano di miracoli”. Lo afferma il giornalista tedesco Martin Mosebach al Christian Post, dopo aver visitato El-Aour. Egli ha parlato con parenti e familiari dei lavoratori uccisi dall’Isis, i quali hanno riferito storie di miracoli frutto della fede e del sacrificio dei loro martiri.
Mosebach ha raccolto le testimonianze e ne ha tratto un libro intitolato “I 21 – Un viaggio nella terra dei martiri copti”. “Un villaggio povero e sporco” ricorda, ma pieno di persone “ricche di fede”. “Nella spiritualità dei copti – aggiunge – i miracoli rivestono una componente essenziale” e fra gli abitanti “tutti parlano di miracoli”.
I martiri curerebbero le persone
Molti affermano che questi martiri intercedano per curare alcune persone. E’ il caso di uno dei figli di un martire che, caduto da una altezza di 6 metri si ruppe il braccio in più punti. Al risveglio egli avrebbe raccontato di aver sognato il padre che lo prendeva durante la caduta; qualche giorno più tardi, una radiografia ha rivelato che non presentava alcuna ferita e pure le fratture al braccio erano guarite.
Interpellato da AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, conferma le voci di miracoli, fra cui guarigioni senza spiegazioni scientifiche o “icone che lacrimano” in alcune case di parenti dei martiri. “Certo – avverte – bisogna fare attenzione e non gridare al miracolo, anche se si tratta di persone semplici che vogliono credere con forza in questi segni del cielo. Forse hanno anche ragione – aggiunge – ma dobbiamo usare cautela e attendere studi e conferme, come avviene nella Chiesa cattolica che ha un approccio più cauto di quella copta”.
Il governo di Al-Sisi, dopo il massacro di cristiani sulla spiaggia Libia di Sirte ha deciso di costruire una chiesa copta in loro nome. Oggi quella chiesa si chiama la Chiesa dei Martiri della Fede e della Patria e si trova ora ad El-Aour, in Egitto.
Resta il fatto che El-Aour, da villaggio povero e primitivo, è divenuto terra di pellegrinaggi e la cattedrale dei martiri è gremita di fedeli provenienti da ogni angolo del Paese ad ogni funzione. Alcuni di questi compiono anche tragitti di centinaia di chilometri per rendere omaggio agli eroi moderni della fede.
L’Egitto si classifica al 16mo posto al mondo per violenze anti-cristiane.
Preghiamo per i cristiani perseguitati nel mondo!