Ecco la Croce nata dalle Macerie dell’11 Settembre! La World Trade Center Cross, nota anche come Ground Zero Cross, è diventata un simbolo di speranza dopo l’attentato.

La Croce è nata dalla fusione di due travi d’acciaio che componevano le macerie provocate dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, a New York, 20 anni fa. La Croce è di 17 piedi, quindi 5 metri.

La rivista turistica Atlas Obscura precisa che durante il processo di recupero e pulizia, ogni domenica si celebrava una Messa intorno alla Croce. Una volta completato il processo, il 5 ottobre 2006, la Croce è stata spostata nella chiesa di San Pietro, a Manhattan, di fronte al World Trade Center. Oggi è diventata un luogo di pellegrinaggio e di turismo.

Quando è stata annunciata la formazione di un monumento e di un museo dedicati all’11 settembre, è stato rivelato che la Croce sarebbe stata spostata. Il 23 luglio 2011, la croce è stata benedetta dal sacerdote francescano Brian Jordan durante una breve cerimonia. Quindi è stata trasferita al National September 11 Memorial and Museum come parte di una mostra.

La Croce nata dalle Macerie dell’11 Settembre

Il monumento ha anche subito delle critiche: il gruppo di atei americani ha chiesto alle autorità di impedire l’esposizione della croce. Secondo la loro versione, la croce era un simbolo religioso che discriminava i non cristiani, ed era “un miscuglio inammissibile di Chiesa e Stato”.

Nel 2011, intervistato da ACI Prensa, padre Jordan ha assicurato che la Croce è un simbolo cristiano che consola ancora molti. “È un segno di consolazione per chi ha perso i propri cari. Dà speranza e sostegno anche a coloro che sono rimasti, soprattutto durante il salvataggio e il recupero di lavoratori, vigili del fuoco, polizia e molti altri”, ha commentato.

Il sacerdote ha anche raccontato che dopo una Messa nel 2002, in occasione della festa della mamma, cristiani e non cristiani si sono radunati intorno alla Croce. Nel luglio 2014, la corte federale degli Stati Uniti ha stabilito che la Croce poteva rimanere in mostra, in quanto non era un simbolo discriminatorio, ma “un simbolo di speranza e di natura storica”.

Approfondimento:

Aciprensa (Fonte)

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