Nel 1992, dopo la Messa del venerdì 1° maggio lo stesso mese e lo stesso anno in cui Jorge Mario Bergoglio diventa vescovo ausiliare della metropoli), nel preparare la riserva eucaristica, il Ministro dell’Eucarestia trovò dei pezzetti di ostia consacrate sul corporale. Seguendo quello che prescrive di fare la Chiesa in queste situazioni, il sacerdote li fece mettere in un recipiente d’acqua che poi venne riposto nel tabernacolo in attesa che si dissolvessero. Nei giorni seguenti, alcuni sacerdoti andarono a controllare e si accorsero che non era cambiato niente.

Sette giorni più tardi, il venerdì 8 maggio, aprirono il tabernacolo e videro che i frammenti di ostia erano diventati di un colore rossastro che sembrava sangue. La domenica successiva, il 10 maggio, durante le due Messe vespertine, si notarono delle piccole gocce di sangue sulle patene cn le quali i sacerdoti distribuivano la Comunione.

La domenica 24 Luglio del 1994, durante la Messa dei bambini, mentri il Ministro dell’Eucarestia prendeva la pisside dal tabernacolo, vide una goccia di sangue che correva lungo la parete dello stesso.

Il 15 agosto del 1996, durante la Messa dell’Assunzione della Santissima Vergine, si dovette mettere di nuovo un’ostia consacrata, che era caduta a terra durante la distribuzione della Comunione, in un recipiente d’acqua perché si dissolvesse. Pochi giorni dopo, il 24 agosto, un ministro dell’Eucarestia aprì il Tabernacolo e vide che l’ostia si era trasformata in sangue.

Dopo che nel 1992 alcuni ematologi hanno stabilito che si tratta di sangue umano, anni dopo è l’arcivescovo Bergoglio ad autorizzare analisi ancora più approfondite, in un laboratorio di Buenos Aires. Risultato: i globuli rossi e bianchi, così come i tessuti, sono di un cuore umano, di un uomo ancora vivo, con cellule pulsanti.

A questo punto, siamo nel 1999, l’arcivescovo Bergoglio chiede nuovi esami e ne incarica il dottor Ricardo Castañon Gomez, specialista boliviano, il quale preleva un frammento di quella che sembra essere carne e lo invia al laboratorio di genetica Forence Analitycal di San Francisco, dove il 28 gennaio 2000 viene reso noto che sul materiale è stato trovato DNA umano.

Questo è il resoconto che fece il professor Castañón riguardo al miracolo eucaristico avvenuto nel 1996 sempre nella parrocchia di Santa Maria: “Il 15 agosto del 1996, un fedele ricevette l’ostia consacrata nelle mani, per comunicarsi, ma la fece cadere inavvertitamente a terra e pensò di non raccoglierla perchè gli sembrava ‘sporca’. Un’altra persona persona pia si accorse di ciò che era accaduto, la raccolse e la pose da parte informando subito il parroco, padre Alejandro Pezet. Il sacerdote,  seguendo le direttive della Chiesa in queste circostanze, mise l’ostia in un recipiente pieno d’acqua che ripose nel tabernacolo in attesa che si dissolvesse”.

Alla ricerca di ulteriori conferme, i campioni vengono inviati anche a un esperto di malattie del cuore, il dottor Frederic Zugibe della Columbia University di New York, che nella relazione del 26 marzo 2005 scrive: «Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco tratto dalla parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore. Va ricordato che il ventricolo cardiaco sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi. Ciò indica che il cuore era vivo al momento del prelievo dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subito un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto».

Da quanto si sa pare che l’allora arcivescovo Bergoglio si sia recato più volte nella chiesa di Santa Maria, anche per l’adorazione eucaristica.

Preghiamo perché in tutte le comunità ecclesiali cresca il senso eucaristico della nostra fede

 

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