Un invito a diventare “cristiani sul serio”, cristiani che “non hanno paura di sporcarsi le mani, le vesti, quando si fanno vicini” al prossimo, cristiani “aperti alle sorprese” e che, come Gesù, “pagano per gli altri”. E’ l’auspicio di Papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, partendo dall’odierno Vangelo di Luca. “Chi è mio prossimo?”chiede Gesù ai discepoli. Quindi elenca i briganti, il ferito, il sacerdote, il levita, il Samaritano e il locandiere.

Secondo quanto diffuso dal portale Vatican News, il Papa commenta: “Chi non passa oltre è il Samaritano, che era un peccatore, uno scomunicato dal popolo di Israele…Non guardò l’orologio, non penso al sangue. Gli si fece vicino – scese dall’asino – gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino. Si sporcò le mani, si sporcò le vesti. Poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo, tutto sporco… di sangue… E così doveva arrivare. E si prese cura di lui. Non ha detto: Ma, io lo lascio qui, chiamate i medici che vengano. Io me ne vado, ho fatto il mio”. No. Si prese cura, come dicendo: Adesso tu sei mio, non per possessione, ma per servirti. Questi non era un funzionario, era un uomo con cuore, un uomo con il cuore aperto”.

Il Pontefice parla poi del locandiere che “rimase sbalordito” nel vedere uno “straniero”, un “pagano – così diciamo – perché non era del popolo di Israele” che si fermava a soccorrere l’uomo, pagando “due denari” e promettendo di saldare eventuali spese al suo ritorno.

Il Papa commenta a tal proposito: “Ambedue non erano funzionari. Tu sei cristiano? Tu sei cristiana?. Sì sì sì, vado le domeniche a Messa e cerco di fare il giusto… meno chiacchierare, perché sempre mi piace chiacchierare, ma il resto lo faccio bene. Ma tu sei aperto? Tu sei aperta alle sorprese di Dio o sei un cristiano funzionario, chiuso? “Io faccio questo, faccio la Messa la domenica, la Comunione, la Confessione una volta l’anno, questo, questo… Io sono in regola. Questi sono i cristiani funzionari, quelli che non sono aperti alle sorprese di Dio, quelli che sanno tanto di Dio ma non incontrano Dio. Quelli che mai entrano in stupore davanti a una testimonianza. Anzi: sono incapaci di dare testimonianza”.

Il Papa conclude la sua omelia esortando tutti “laici e pastori”, a domandarci se siamo cristiani aperti a quello che il Signore ci dà ogni giorno, alle soprese di Dio che tante volte, come questo Samaritano, ci mette in difficoltà.

Articolo pubblicato originalmente su ACI Stampa

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