Nella famosa pellicola si evidenza una verità centrale della nostra Fede: il bisogno di guarigione, misericordia ed unione!
Ogni dicembre, quasi tutte le famiglie rivedono il classico "Mamma, ho perso l'aereo", film ricordato principalmente per essere di genere slapstick comedy (ricordiamo le lattine di vernice volanti...) e per la brillante intraprendenza del giovane Kevin McCallister.
Ma dietro i sorrisi, c'è un messaggio davvero profondo che parla di solitudine, paura e riconciliazione. Sotto la superficie comica dunque, la famosa pellicola evidenza una verità centrale della nostra Fede: il bisogno di guarigione, misericordia ed unione!
Di cosa parla il Film?
Il giovane Kevin si trova in una situazione straordinaria: viene accidentalmente lasciato a casa, mentre la sua famiglia vola a Parigi per le feste. Lui si sveglia e scopre di essere completamente solo. All'inizio, è un sogno che si avvera: nessun genitore che lo corregge, nessun fratello che lo bullizza, nessuna regola da seguire. Kevin si crogiola nella sua indipendenza: mangia gelato per cena, guarda film non permessi e salta sul letto dei genitori. La libertà totale sembra esilarante!
Ma con il passare dei giorni, la gioia di Kevin svanisce. Il silenzio della casa diventa pesante. Le risate e il calore della sua famiglia, così irritanti fino a pochi giorni prima, ora mancano profondamente. Si rende conto che l'indipendenza senza amore è vuota. Il suo cuore soffre, cerca la comunione con coloro che ama. Kevin arriva a capire il fine di ogni anima: il non essere stata creata per l'isolamento.
Papa Benedetto XVI una volta ha scritto:
“L'uomo non è un cosmo autosufficiente... Siamo fatti per la comunione, per la relazione, per l'amore”
Non è un caso che la metanoia di Kevin (μετάνοια, "cambiamento di cuore") non avviene in casa, ma nella sua chiesa locale. In cerca di tregua dalla paura e dalla solitudine, in una sera nevosa, Kevin entra e si siede. Un coro di bambini riempie il santuario di pace.
Non è solo un bel momento cinematografico, è un promemoria della Chiesa come luogo di conforto, specialmente quando il cuore è confuso o appesantito.
Lì, Kevin incontra il "vecchio Marley", un vicino che si dice sia pericoloso e ostile. In realtà, è gentile, triste e porta un pesante fardello. I due hanno una conversazione sincera, uno scambio quasi sacramentale.
Marley confida di essere lontano da suo figlio. I due si sono separati per orgoglio, rabbia e paura. Anche Kevin confessa i suoi fallimenti: le sue dure parole alla sua famiglia, la sua testardaggine e i modi in cui dava per scontato il loro amore. In quella chiesa tranquilla, entrambi aprono i loro cuori.
La scena assomiglia molto ad una Confessione. San Giovanni Paolo II ha descritto la Confessione come il luogo in cui “il peccatore sperimenta l'abbraccio misericordioso del Padre”. Questo è esattamente ciò che Marley e Kevin cercano: misericoria, appartenenza, riconciliazione.
La loro conversazione diventa un momento di grazia. Ognuno incoraggia l'altro verso il coraggio e il perdono. In un certo senso, servono come strumenti della compassione di Dio l'uno per l'altro.
Le loro decisioni portano frutti. Marley si riunisce con suo figlio la mattina di Natale. L'abbraccio, i sorrisi, il legame ripristinato: è un barlume di ciò che ogni anima sperimenta dopo l'assoluzione.
Come insegna Gesù nella parabola del Figliol Prodiga,
"Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Luca 15,7)
Anche Kevin viene ricompensato con la riconciliazione. Quando sua madre torna a casa lo abbraccia con lacrime di sollievo, il miracolo del perdono diventa visibile. Kevin non guadagna l'amore della sua famiglia: lo riceve liberamente, proprio come il penitente riceve la misericordia di Dio nel confessionale.
In quel momento, Kevin sperimenta ciò che il Catechismo chiama “un ripristino della dignità e delle benedizioni della vita dei figli di Dio”.
La Confessione non è semplicemente un momento di purificazione personale, ma un sacramento che ripristina le relazioni, con Dio e con gli altri. Guarisce le ferite, ammorbidisce i cuori duri e dà alle famiglie la grazia di perdonare.
Come ha scritto Sant'Agostino,
"Dio non si stanca di perdonare, ma siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono"
Home Alone ci ricorda che la riconciliazione è sempre possibile, anche dopo incomprensioni, errori o silenzio!
Nel periodo Natalizio, Kevin e il vecchio Marley ci offrono un invito. Non importa quanto tempo siamo stati lontani, quanto siano diventate complicate le nostre relazioni, c'è un posto dove inizia la guarigione. È la quiete del confessionale, dove Cristo aspetta di restaurarci con le parole: "Vai in pace"!
